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Agruminato, il dolce profumo del giardino sorrentino di agrumi

Il senso dei luoghi. Sorrento tra natura e cultura

Cenni storico-culturali

A cavallo tra Settecento e Ottocento l’agrumicoltura è andata diffondendosi in Penisola Sorrentina, intensificandosi molto intorno alla metà del XIX secolo, quando la coltura di limoni e arance divenne intensiva e le piante cominciarono ad essere protette da pergolati coperti di ‘pagliarelle’, salvaguardando i frutti dal gelo dell’inverno. L’incremento della produzione fu rapido e nel 1855 gli agrumi cominciarono ad essere venduti in America con dei bastimenti a vela. Anno dopo anno fu formato e perfezionato un sistema colturale che, con lavoro e ingegno, trasformò i contadini sorrentini da un lato in agrumicoltori e, dall’altro, in architetti di un nuovo paesaggio, che poi è diventato uno dei più importanti attrattori turistici per milioni di visitatori da tutto il mondo. L’Agruminato è un tipico giardino di agrumi della Penisola Sorrentina e ha una grande importanza ecosistemica e storica, oltre che urbanistica, perché si trova nel centro della città di Sorrento. Originariamente si chiamava Fondo Petrulo, poi nel tempo ha avuto vari proprietari: prima l’Hotel Excelsior Vittoria, poi l’armatore Achille Lauro e attualmente il Comune di Sorrento. Miracolosamente salvatosi dall’urbanizzazione della seconda metà del Novecento, l’agrumeto oggi si estende per circa 11.000mq e dai primi anni Duemila è aperto al pubblico.

Caratteristiche fisiche

L’Agruminato è una vera e propria ‘isola di verde’ nella città di Sorrento e permette di comprendere pienamente le parole che Friedrick Nietzche scrisse nel 1877, descrivendo i nostri luoghi: «A Sorrento vi sono passeggiate tra gli aranceti così ben coperte, che ci si sente sempre riparati dal vento come soffia impetuosamente fuori nel mondo». Oppure i versi composti nel 1903 da Giambattista De Curtis, per una delle più celebri canzoni mondiali, “Torna a Surriento”: «Siente siè ‘sti sciùri ‘e arance, ‘nu profumo accussì fino, dint’ ‘o core se ne va». Questo agrumeto è diviso in due parti: un limoneto e un aranceto entrambi protetti da un pergolato tipico della Costiera Sorrentina, che è costituito da pali di castagno stagionato coperto con le caratteristiche pagliarelle, le quali da un lato assicurano una difesa dalle avversità meteorologiche e, dall’altro, non impediscono l’azione benefica della luce per la fotosintesi e la maturazione dei frutti.

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Agruminato
Agruminato

Specificità botaniche

Limoni e arance sono piante coltivate da migliaia di anni, originarie della Cina, poi giunte sulle coste del Mediterraneo in varie occasioni, dall’epoca romana alla fine del XV secolo, quando si imposero definitivamente grazie alle missioni di Vasco De Gama in oriente. I fiori di questi frutti si chiamano zagare e sono simbolo di purezza e amore, per cui tradizionalmente vengono associate al giorno delle nozze, cioè alla celebrazione di una relazione che intende costruire un futuro, che vuole proseguire e rinnovare la vita. Sono fiori odorosi che hanno uno scopo ornamentale, ma si prestano anche ad usi cosmetici, fitoterapici e culinari grazie alle loro numerose proprietà. I limoni coltivati in Penisola Sorrentina hanno delle caratteristiche peculiari e due varietà sono particolarmente pregiate: il “Femminiello comune”, sulle colline di Massa Lubrense e sulla Piana di Sorrento, con una pezzatura medio piccola, colore giallo chiaro, succo abbondante e molto profumato; l’Ovale di Sorrento, che ha una forma ellittica e simmetrica, di dimensioni medie (oltre i 100 grammi), un epicarpo medio-sottile (flavedo), un mesocarpo spugnoso (albedo) e un endocarpo succoso.

Peculiarità faunistiche

L’agrumeto è un agro-ecosistema che ospita una ricca fauna di insetti, ma anche di acari dannosi e loro antagonisti, oltre ad altri organismi, come nematodi, molluschi e roditori. Tra gli animaletti più temuti dell’agrumeto c’è la cocciniglia che, nutrendosi della linfa dei vegetali, può portare, a lungo andare, all’indebolimento strutturale della pianta e alla sua morte. Altri animali, invece, favoriscono la vita del fondo, come le api, insetti affascinanti e molto noti, organizzati in tre caste: la regina, che è l’unica femmina fertile, nutrita dalle api operaie; i maschi o fuchi, che compiono soltanto la fecondazione e muoiono subito dopo l’accoppiamento; le operaie, che possono essere decine di migliaia in un’unica comunità e che con la cera costruiscono i favi, fatti di cellette a sezione esagonale, che riempiono di miele e polline per la nutrizione delle larve. Nell’agrumeto hanno uno dei loro ecosistemi più favorevoli.

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