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Marina Grande, il romantico borgo dei pescatori di Sorrento

Il senso dei luoghi. Sorrento tra natura e cultura

Cenni storico-culturali

L’antico villaggio di pescatori, la Marina Grande di Sorrento è uno dei luoghi più suggestivi della città, con palazzi d’epoca che, tra semplicità e grandezza, raccontano l’operosità del borgo, storicamente caratterizzato da attività ittiche e cantieristiche. Tra gli edifici più caratteristici c’è la chiesa di Sant’Anna, costruita dai pescatori appartenenti alla Confraternita di San Giovanni in Fontibus, prima dedicandola alle Anime del Purgatorio, poi alla madre della Madonna, che qui viene celebrata con una festa molto colorata e animata, sottolineata da una processione a mare di barche e dal bagliore dei fuochi d’artificio, i più attesi e ammirati dell’estate sorrentina. Altro elemento fondamentale del borgo è costituito dai gradoni in pietra che collegano la Marina Grande alla città, passando sotto l’arcata dell’antica Porta. Secondo un’eredità popolare, da questa Porta passarono i turchi invasori il 13 giugno 1558, quando Sorrento fu assediata e saccheggiata; in realtà l’invasione avvenne probabilmente dalle colline retrostanti, ecco perché successivamente la città si dotò di mura urbane, come ancora oggi si può vedere nella zona della Porta di Parsano.

Caratteristiche fisiche

La Marina Grande si sviluppa nel punto di congiunzione tra terra e mare, nell’ampia apertura di un vallone che solca la grande piana tufacea del versante settentrionale della Penisola Sorrentina, solcato dal rivolo Neffola, che sfocia lungo la spiaggia dalla sabbia nera perché di origine vulcanica. Da qui si possono ammirare il Golfo di Napoli, il Vesuvio, la costa del Capo di Sorrento fino ai Bagni della Regina Giovanna e, girandosi verso sud, le colline sorrentine da Priora fino a Sant’Agata sui Due Golfi. Si tratta di uno scenario ideale per ambientare delle storie; infatti, vi sono stati ripresi diversi film, tra cui nel 1955 il famoso “Pane, Amore e…”, di Dino Risi, con Sofia Loren e Vittorio De Sica. Forse proprio quella pellicola cinematografica contribuì a determinare il successo della Marina Grande come località turistica con caratteristiche proprie, legate soprattutto alla ristorazione e alla balneazione.

La Grotta Nicolucci-Lorenzoni La Grotta Nicolucci-Lorenzoni
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La Grotta Nicolucci-Lorenzoni
La Grotta Nicolucci-Lorenzoni

Specificità botaniche

La Marina Grande è un vero e proprio quartiere di Sorrento, per cui vi sono soprattutto delle piante tipiche dell’ambiente urbano, quindi una vegetazione essenzialmente domestica, sebbene non manchi un piccolo agrumeto e degli uliveti. Più caratteristica, invece, è una pianta tenace che si aggrappa alla falesia calcarea, visibile sia qui, lungo via Sopra le Mura, sia sui ripidi fianchi di via Capo: il cappero. Si tratta di un piccolo arbusto ramificato spontaneo che forma spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. Le sue foglie sono alterne e picciolate, di consistenza carnosa; i fiori sono solitari e vistosi, con calice e corolla particolarmente affascinanti; il frutto è una capsula oblunga e verde, a forma di fuso che contiene numerosi semi. Di questa pianta, la gastronomia locale sfrutta soprattutto i boccioli, i capperi appunto, conservati sott’olio, sotto aceto o sotto sale.

Peculiarità faunistiche

Tra gli animali più visibili nella zona della Marina Grande c’è senza dubbio il gabbiano reale, l’unico gabbiano nidificante dell’area; tuttavia, è presente anche il gabbiano comune, la cui presenza, però, è limitata al solo periodo invernale, quando sceglie questa costa per trascorrere la stagione fredda. Il gabbiano reale si distingue, oltre che per le maggiori dimensioni, per il becco e le zampe gialle, il dorso e le ali grigie con punta nera, e la testa bianca; invece, il gabbiano comune ha becco e zampe rosse più o meno brillanti, dorso e ali grigie ma con punta bianca al centro e nera all’estremità delle penne, e testa bianca con caratteristica macchia nera sulla guancia. Nel cielo di questo borgo, tuttavia, si possono osservare anche il passero solitario, il merlo, il tordo e altri piccoli passeriformi come il pettirosso.

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