Il Ninfeo è, in origine, un luogo sacro alle ninfe, cioè un bosco, una fonte, un santuario. In epoca ellenistica (nymphaîon) e romana (nymphaeum), si tratta di una costruzione, spesso absidata, con nicchie e prospetto a colonne, al centro della quale si trovava una fontana. Lungo la costa di Sorrento e della Penisola Sorrentina vi sono vari ninfei e due dei più affascinanti sono questi che, intagliati nel costone tufaceo, sorgono sulle rovine romane della Villa di Agrippa Postumo. Costui fu nipote di Augusto, visse nel I sec. a.C. e scelse Sorrento come sua dimora privata, la quale si trovava al di sopra della falesia. A livello del mare vi erano, appunto, dei ninfei e delle peschiere ancora più antiche, risalenti almeno alla seconda metà del II sec. a.C.: un Ninfeo Maggiore, rivestito interamente da mosaico, e un Ninfeo Minore, rivestito da mosaico vitreo, accessibili solo via mare.
I ninfei di Sorrento sono stati realizzati all’interno della falesia tufacea caratteristica di questa costa, elemento straordinario di un paesaggio celebrato da poeti e pittori. Si tratta di una terrazza naturale chiamata Piana di Sorrento, costituita dai prodotti dell’eruzione più catastrofica del Mediterraneo, chiamata “Ignimbrite Campana”, avvenuta circa 39000 anni fa ad opera del vulcano Campi Flegrei. I prodotti vulcanici eruttati si incastonarono tra i calcari molto più antichi (risalenti al Cretaceo), in tutta la zona compresa tra Meta e Sorrento, formando un esteso ed alto banco tufaceo di colore grigiastro, noto come "Tufo Grigio Campano", che cade a picco sul mare con una falesia alta dai 50 ai 100 metri.
La falesia tufacea sorrentina ha una conformazione verticale, per cui non ha particolari coperture vegetali, tuttavia anche in una condizione così difficile, alcune piante di piccole dimensioni riescono a adattarsi e a trovare il necessario per la loro esistenza. Si tratta essenzialmente di elementi della cosiddetta “macchia mediterranea”, la formazione vegetazionale più tipica e frequente dell’intera Penisola Sorrentina, cioè un complesso sistema di boscaglie litoranee sempreverdi, in cui predominano arbusti come il mirto, il lentisco, l’alloro, il rosmarino, la ginestra e così via. Tra le numerose piante erbacee si possono incontrare la salsapariglia, l’euforbia e varie tipologie di muschi.
Nelle rocce tufacee di questa zona è possibile osservare le Rudiste, cioè dei grandi gusci di fossili. Si tratta delle impronte pietrificate di molluschi bivalvi estinti, dalla conchiglia spessa ed ineguale, presenti sul nostro pianeta dal Giurassico, tra i 200 e 150 milioni di anni fa circa, fino a raggiungere il loro apice nel Cretaceo, tra i 150 e 65 milioni di anni fa, per estinguersi alla fine di questo periodo. Vivevano a stretto contatto con il fondo marino e avevano sviluppato abitudini di scogliera, diventando tra i principali organismi a costituire barriere nei mari di fine Mesozoico. Oggi il mare immediatamente a ridosso della costa dei ninfei sorrentini è abitato da crostacei e molluschi, nonché da varie tipologie di pesce azzurro, cioè sardine, acciughe, sgombri, aguglie, costardelle e altri pesci di piccola pezzatura caratterizzati da colorazione dorsale tendente spesso al blu, in qualche caso verde e argentea.